Con gli occhi della mente

Letteratura e scienza: l’estetica dell’invisibile

27/04/2024

L’inizio del secolo scorso ha assistito a salti paradigmatici di natura rivoluzionaria nel mondo scientifico ed è stato fortemente stimolante per il pensiero f ilosofico come per la creatività in arte. Le teorie scientifiche e filosofiche, in particolare quelle più avanzate, si presentano e vengono in aiuto come strumenti di ridefinizione e nuova interpretazione del mondo tutte le volte che la letteratura è vissuta come momento di tensione e di ricerca. Le nuove immagini del mondo che la scienza e la filosofia ci forniscono offrono infatti la possibilità di una diversa leggibilità del mondo esterno e di una pluralità di rappresentazioni che sono espressione della mutata sensibilità culturale.

Nella prima parte del nostro discorso viene sottolineato il significato di un rapporto cognitivo con il mondo messo in atto in seguito alla seconda rivoluzione scientifica, che ha comportato una frattura tra la fisica classica e quella contemporanea. In particolare, viene preso in esame il rapporto scienza-letteratura, quello segnato dalla filosofia della scienza che ha comportato all’inizio del Novecento un mutamento e una crescita dei linguaggi. Si compie una panoramica su alcuni degli scrittori europei e scienziati più rappresentativi. L’immaginario europeo colpito dal mutamento dei paradigmi scientifici è il frutto di un seminario tenuto all’Università di Bologna, su invito della professoressa Anna Soncini, ed è il portato di una ricerca su scienza e letteratura e sulla svolta linguistica del primo Novecento.

Nella seconda parte ci si sofferma in particolare su due scrittori, Italo Calvino e Primo Levi, e viene sottolineato il forte legame con la scienza da entrambi avvertito. I saggi qui raccolti sono nati in occasioni e tempi diversi. Il primo, Il mondo aperto di Italo Calvino: uno spazio senza miti è il risultato di un seminario tenuto alla Facoltà di Scienze dell’Università di Trieste nell’ambito di una iniziativa promossa dal professor Giacomo Costa per dibattere sul tema scienze della natura e scienze umane. Il tema da sviluppare era il rapporto scienza-letteratura, ma il discorso su Calvino avrebbe rischiato di appiattirsi e banalizzarsi se contemporaneamente non avesse tenuto presente quel senso della storia, così profondamente radicato in lui, che lo portava a rifiutare con insistenza il pericolo della sospensione in un limbo, fuori della portata d’ ogni giudizio. In questo modo la scienza si arricchisce di implicazioni e, come portato storico di conoscenza e progresso, interviene ai fini di una piena consapevolezza dell’uomo sul punto in cui si trova a essere. Calvino e la strategia conoscitiva: Palomar ovvero la sfida alla complessità è un lungo saggio su Calvino, nato in seguito a una serie di lezioni tenute all’Università di Firenze su invito del professor Giorgio Luti. Successivamente, Italo Calvino e la scienza è il risultato di una relazione tenuta a Forlì per l’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine in occasione del centenario della nascita dell’autore. Seguono due saggi su Primo Levi che nascono dalla collaborazione con Pianeta Galileo. Minore qui è lo spazio dedicato allo scrittore perché altri miei saggi su Levi hanno visto la luce altrove (Bresciani Califano 2011). In questa pubblicazione, dedicata ad autori contemporanei (Svevo, Pavese, Morante, Levi, Tobino, Queneau, Calvino, Del Giudice, Eco), ho privilegiato alcuni aspetti della produzione di questi scrittori che con intelligenza, cultura e fantasia stimolano interesse nell’intento di allargare il campo della conoscenza, proiettano una realtà che si trasforma in una rete di domande e invitano il lettore a pensare. Primo Levi e i mestieri degli altri e Primo Levi chimico-scrittore (e non «chimico e scrittore» come lui amava sottolineare, cioè scienza e letteratura vissute come espressioni paritetiche) accolgono le riflessioni di un uomo di scienza che avverte forte il bisogno di stimolare il pensiero, la curiosità e la conoscenza dell’uomo e del mondo in cui vive. Infine, Perché letteratura e scienza? ci appare come una giusta e significativa premessa ai suoi saggi.