Palazzo Pitti fra Sette e Ottocento / Pitti Palace between the 18th and 19th centuries
Matracchi, Pietro
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Palazzo Pitti fra Sette e Ottocento / Pitti Palace between the 18th and 19th centuries

I rondò e la piazza in oltre un secolo di progetti e cantieri / The rondò and the square in over a century of projects and building sites

27/01/2025

Il progetto scientifico di questo volume si definisce negli anni più recedenti, dopo un lungo percorso di ricerca basato su studi e rilievi appositamente eseguiti, avviati dal 2008 con il rondò di Bacco e proseguiti nel 2014 con il rondò delle Carrozze e il corpo di fabbrica principale di palazzo Pitti. Di quest’ultimo, in ragione della complessità e ampiezza del tema, sono stati approfonditi alcuni aspetti specifici, come le modificazioni dell’atrio d’ingresso principale, l’abbandono dello scalone dell’Ammannati sostituito da quello del Poccianti. Particolare significato hanno assunto i condizionamenti posti dall’orografia del contesto e dalla presenza di roccia, che hanno orientato la scelta nel posizionamento del palazzo e, di conseguenza, condizionato molte scelte architettoniche future in particolare nell’ala settentrionale del cortile ammannatiano, dove estese masse di roccia sono state inglobate. E non meno caratterizzante è stata la forte acclività dell’area antistante la facciata del palazzo, con la quale nel trascorrere dei secoli si sono misurati numerosi artefici nel tentativo di trovare una soluzione per la piazza. Nel volume si ripercorrono le vicende dei cantieri che si sono susseguiti nella definizione di piazza Pitti, a partire dalla costruzione del rondò delle Carrozze dell’ala meridionale, poi del rondò di Bacco nel lato opposto. Queste denominazioni sono state convenzionalmente assunte fino dall’inizio della trattazione per identificare via via le parti approfondite, pur essendo esse relativamente recenti e legate, la prima, al museo delle Carrozze, la seconda, alla presenza della fontana del Bacchino, nell’area d’ingresso a Boboli e a margine del Corridoio Vasariano.  La definizione della piazza trova un inizio concreto a partire dal contributo di Giuseppe Ruggieri che realizza l’ala meridionale nel 1765, dotandola anche della terrazza ad arco di cerchio antistante la loggia. I decenni successivi sono una riflessione sul modello creato da Ruggieri, rimesso anche profondamente in discussione, fino all’esito finale ideato da Pasquale Poccianti, che rompe l’egemonia figurativa del bugnato quattrocentesco, eredità ‘brunelleschiana’ invocata nel 1793 perfino dal granduca Ferdinando III, utilizzando sempre la pietraforte ma con conci di un formato notevolmente superiore. Così egli oltrepassa un carattere inobliabile senza rigettarlo completamente e raggiunge nel contempo un esito innovativo per le testate dei rondò e i margini delle terrazze, risolvendo un tema architettonico che si era trascinato per secoli senza trovare una soluzione. Questo lavoro è debitore nei confronti degli innumerevoli e qualificati contributi di studiosi che negli ultimi decenni sono stati prodotti su differenti aspetti di palazzo Pitti. Queste informazioni e altre ricavate da ricerche di archivio e, soprattutto, dall’analisi diretta del manufatto architettonico, sono state sottoposte al vaglio dei concreti esiti dell’attività di cantiere, dove le proposte progettuali si coagulano con le scelte di materiali e tecniche costruttive. Il compimento architettonico non risulta essere una mera addizione di parti, involgendo scelte contraddittorie, ripensamenti in corso d’opera o propiziati da lunghe pause nell’esecuzione dei lavori, in un’opera che non può che connotarsi come corale, frutto dell’apporto di più autori.     I risultati che si presentano intendono mettere a disposizione anche un primo approfondimento dei rondò finalizzato a individuarne in futuro possibili utilizzi congeniali, da connettere alle attuali funzioni Museali e amministrative di palazzo Pitti, ritrovando un nuovo legame tra le ali della piazza e il Palazzo.