Careggi Campus

Una nuova e antica armonia fra uomo e natura è oggi l’obiettivo che può guidarci nel progettare i luoghi dove viviamo ricostituendo quella vicinanza, quella prossimità che è il fondamento del vivere urbano. Dopo la pandemia Covid-19 la prossimità, fisica e immateriale, è emersa come un principio fondamentale per promuovere la sostenibilità, l’inclusione e l’estetica, come proposto dal Next Generation EU e dal progetto New European Bauhaus. Una progettazione degli ecosistemi urbani fondata sul principio di prossimità è lo strumento più efficace per il riequilibrio delle città e dei territori, un principio che riconosce a ciascun cittadino il diritto a pari opportunità indipendentemente dalla sua posizione geografica, dal genere o dal reddito. Questo principio è essenziale per la sostenibilità e la resilienza delle comunità nel XXI secolo a tutte le scale. In questa prospettiva, la prossimità riguarda sia coloro che vivono in sistemi urbani consolidati, che coloro che abitano in aree indebolite e spopolate a causa dei processi migratori interni: tutti hanno il diritto a opportunità equivalenti. La prossimità alla natura è strettamente connessa alla biofilia in quanto si riferiscono entrambe alla connessione innata tra gli esseri umani e il mondo naturale. Mentre la prossimità riguarda la vicinanza fisica e virtuale tra le persone e l’ambiente naturale, la biofilia si riferisce all’affinità emotiva e cognitiva che gli esseri umani provano nei confronti della natura. La prossimità favorisce l’esperienza diretta e la connessione con l’ambiente naturale, mentre la biofilia alimenta il desiderio di cercare prossimità fisica ed emozionale con la natura, entrambe importanti per il benessere umano, la sostenibilità ambientale e la conservazione degli ecosistemi. La prossimità può favorire e amplificare l’esperienza della biofilia. Quando siamo in prossimità dell’ambiente naturale, possiamo percepire e sperimentare più intensamente le qualità benefiche e rigeneranti della natura. La vicinanza fisica può consentirci di immergerci negli ambienti naturali, respirare aria fresca, ascoltare suoni naturali, osservare la bellezza della fauna e della flora.

La biofilia, a sua volta, può influenzare la ricerca di prossimità con l’ambiente naturale. La connessione emotiva e l’affinità con la natura spingono gli individui a cercare esperienze di prossimità, come passare del tempo in parchi, giardini, foreste o luoghi naturali, in modo da coltivare il benessere psicologico e fisico. L’importanza di entrambi i concetti è ormai riconosciuta nella progettazione a tutte le scale, urbana, paesaggistica, architettonica e degli interni. L’integrazione di elementi naturali e la presenza di spazi verdi all’interno delle città e delle case favoriscono la prossimità all’ambiente naturale e promuovono il benessere delle persone. Gli spazi verdi urbani, come parchi, giardini e cortili, forniscono un ambiente in cui la prossimità fisica con la natura può avere un impatto positivo sulla salute mentale, ridurre lo stress, aumentare la produttività e promuovere la connessione sociale. Inoltre, la prossimità e la biofilia possono svolgere un ruolo importante nella sostenibilità e nella conservazione dell’ambiente. L’esperienza diretta della natura può accrescere la consapevolezza ambientale e il desiderio di preservare e proteggere gli ecosistemi. La connessione affettiva e cognitiva con la natura può generare un senso di responsabilità e una motivazione per adottare comportamenti sostenibili e promuovere l’educazione ambientale. In questo quadro è diventata centrale la visione ‘One Health’, che rappresenta un approccio olistico che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale, vegetale e ambientale, sottolineando che la salute di tutti gli esseri viventi è strettamente legata e dipendente dalla salute degli ecosistemi in cui vivono. L’approccio One Health rappresenta l’orizzonte delle azioni per la protezione e promozione della salute globale, superando i confini della sola salute umana. La sfida consiste nell’implementare una vera governance che adotti questa visione olistica, basata sull’integrazione di discipline diverse. Questo modello sanitario, antico e contemporaneamente attuale, riconosce l’interconnessione e l’interdipendenza tra la salute umana e la salute dell’ecosistema. È ufficialmente riconosciuto dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali come una strategia rilevante per tutti i settori che beneficiano della collaborazione tra diverse discipline, come medici, veterinari, ambientalisti, economisti e sociologi. L’approccio One Health rappresenta un ideale per raggiungere la salute globale in quanto affronta i bisogni delle persone più vulnerabili sulla base della relazione tra la loro salute, la salute degli animali e l’ambiente in cui vivono, tenendo conto del vasto spettro di determinanti che emergono da questa relazione. La visione One Health non si applica solo alle persone e alle comunità vulnerabili, ma vale per tutte le comunità. Essa implica la priorità data a tutti gli elementi ambientali fondamentali, come acqua, aria, suolo, energia (rinnovabile e a basso impatto), diversità biologica e culturale. Tutti questi contribuiscono a fornire il complesso di servizi ecosistemici indispensabili per garantire la vita sia oggi che alle generazioni future, nelle città, nei quartieri, nei paesi; ancor di più nei luoghi di prevenzione e cura della salute. L’esperienza della pandemia ha contribuito a farci comprendere in modo ancora più immediato il ruolo essenziale della qualità dell’aria per la vita delle persone, in particolare come la presenza di contaminanti possa essere causa di vulnerabilità, patologie respiratorie e diffusione di agenti patogeni come i coronavirus. In questo contesto, la prossimità assume un ruolo significativo poiché influenza direttamente la relazione tra gli individui, gli animali e l’ambiente circostante, sia in senso positivo che negativo. L’approccio One Health pone l’accento sulla necessità di collaborazione tra diverse discipline, come medicina umana, medicina veterinaria, ecologia e scienze ambientali, architettura e agronomia, per affrontare le sfide di salute pubblica a livello globale. Questa collaborazione mira a identificare, monitorare e prevenire le malattie attraverso una comprensione interdisciplinare delle dinamiche che legano gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.