Trasformazioni, valori e regole del lavoro

Scritti scelti <i>sul</i> diritto del lavoro

Riccardo Del Punta è stato uno degli studiosi più brillanti del giuslavorismo italiano per spessore e lucidità di pensiero, per la capacità di argomentare in modo straordinariamente raffinato, per la vastità del suo sapere che spaziava ben oltre i confini del diritto e ritornava sovente alla sua amata filosofia, per l’onestà intellettuale che lo faceva dialogare con tutti, per l’umiltà che fecondava il suo pensiero e lo liberava dalla paura di mettere in discussione i suoi approdi, per il metodo rigoroso maturato in giovane età. Quelli che, secondo Norberto Bobbio, sono i «frutti più sani della tradizione intellettuale europea» sono stati la cifra del suo stile di pensatore: «[…] l’inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura del giudizio, lo scrupolo filologico, il senso di complessità delle cose» (Bobbio 1955, 281).

Mai nostalgico o tradizionalista, Del Punta ha rivolto la sua intelligenza al domani. Partendo da un’analisi coraggiosa e disincantata del presente, forte della sua disposizione al pensiero profondo e accompagnato dalla sete di sapere, si è aperto alla esplorazione dei luoghi dell’ancora possibile. Questo sguardo lontano lo accomunava alle giovani generazioni, per le quali aveva un debole e con le quali condivideva freschezza, curiosità intellettuale, gusto per la scoperta e spirito discente. Benché fosse un solitario, molto concentrato sul filo dei suoi pensieri, a studenti e giovani studiosi ha riservato attenzione, prendendo sul serio gli sforzi e valorizzando le intuizioni. 

Così è stato Maestro, come ebbe a dirmi molti anni fa Paolo Grossi a margine di un incontro nel quale Del Punta aveva svolto una delle sue belle relazioni. Lo è stato per chi ha voluto seguirlo, anche per tratti brevi, e lo è stato senza mai trattenere nessuno in vincoli formali e deferenti. Fino all’ultimo ha continuato a mettersi in gioco, regalando un esempio di quella sana inquietudine che è sale della vita. Libero da una qualunque forma di narcisismo e da spirito competitivo, se mai ha ingaggiato una lotta lo ha fatto solo con se stesso, assorbito dallo sforzo di cercare una verità, senza paura di non essere compreso, ma facendo ogni forzo per farsi capire. La sua intelligente ironia, accompagnata da uno sguardo buono, compensavano alcuni tratti di ritrosa intransigenza, rendendolo – almeno ai più – una persona amabile.

L’opera "Trasformazioni, valori e regole del lavoro" è suddivisa in due volumi.

Il Volume I è dedicato a Scritti scelti sul Diritto del lavoro e raccoglie la riflessione originale, che Del Punta ha svolto, per lo più negli ultimi vent’anni, sui valori fondativi e le funzioni del Diritto del lavoro. Il volume è introdotto da Maria Luisa Vallauri che traccia un profilo intellettuale dell’autore, ricostruendo il percorso della riflessione contenuta negli scritti che seguono.

Il Volume II raccoglie invece Scritti scelti di Diritto del lavoro e vuole valorizzare la riflessione critica condotta da Del Punta sugli istituti del diritto del lavoro. Il volume è organizzato secondo una scansione tematica – diritto sindacale, rapporto di lavoro, economia digitale e nuove tecnologie, estinzione del rapporto di lavoro, lavoro esterno – che ricalca quella del manuale dell’Autore, la cui Introduzione, acuta e densa di sollecitazioni, è posta in esordio. Il volume è aperto da un’introduzione di William Chiaromonte, che offre un quadro analitico della produzione scientifica più tecnica di Del Punta.