Le tesi delle prime donne laureate a Firenze

L’Università degli Studi di Firenze si costituì come tale nel 1924; tuttavia nel 1859 era sorto a Firenze l’Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, destinato inizialmente alla specializzazione post-universitaria e al tirocinio professionale di coloro che si erano laureati altrove, ma che fu ben presto autorizzato a rilasciare anche il diploma di laurea; era costituito dalla Sezione di Filosofia e Filologia, dalla Sezione di Scienze Fisiche e Naturali e dalla Sezione di Medicina e Chirurgia.

Le donne poterono cominciare a laurearsi in Italia soltanto a partire dal 1875, per effetto del cosiddetto “Regolamento Bonghi”, che per la prima volta ne ammetteva esplicitamente la frequenza ai corsi; ma alla fine del XIX secolo le donne laureate erano soltanto 237 in tutto il Paese: di queste, 15 si erano laureate a Firenze presso l’Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento.

L’Ateneo di Firenze, al fine di valorizzare il proprio patrimonio e, in particolare, documenti di grande interesse per gli studi di genere, ha pertanto realizzato nel 2018/2019 un progetto incentrato sul recupero delle tesi delle prime donne laureate a Firenze nelle varie discipline.

Le tesi di laurea storiche manoscritte, dattiloscritte e a stampa discusse da donne, a partire dal XIX secolo, conservate presso le Biblioteche dell’Ateneo, sono perciò state individuate, catalogate online, in gran parte digitalizzate e pubblicate in rete (anche a testo pieno, laddove consentito) sul repository istituzionale. Le tesi più antiche o significative, corredate da documenti d’archivio ed altro materiale, sono inoltre state esposte presso la Biblioteca di Lettere in una mostra inaugurata il 14 dicembre 2018 e inizialmente destinata a terminare l’8 marzo, ma prorogata fino al 30 aprile 2019 per il grande interesse suscitato.

L’esame della documentazione ha permesso di confermare ed integrare gli esiti degli studi condotti soprattutto negli ultimi anni sulla tematica dell’accesso delle donne all’istruzione universitaria, di definire più nel dettaglio le peculiarità della realtà fiorentina, di offrire nuovi spunti per indagini ulteriori. Ha consentito infine di dare nuova visibilità a figure di donne che hanno avuto un ruolo non trascurabile nella cultura italiana, ma di cui è stata rapidamente perduta la memoria.

Sia nell’esposizione dei risultati della ricerca che nell’analisi della documentazione è stato dato spazio anche alle peculiarità delle diverse aree disciplinari, rispecchiate nelle biblioteche depositarie di questo patrimonio, ancora poco frequentato dagli studiosi.