Il lettore distratto

Andrea Nardi

Le problematiche relative ai recenti cambiamenti apportati dalla tecnologia digitale nell’attività di lettura e le loro implicazioni sui processi cognitivi sono oggi oggetto di vivace dibattito. In un contesto caratterizzato dalla crescente diffusione della lettura digitale, online su schermo, fuori e dentro la Scuola, i ricercatori sono chiamati a valutarne i punti di forza e debolezza, le prerogative e i rischi, nel tentativo di capire se, dove e quando la digitalità di un testo possa rappresentare un reale valore aggiunto per i processi di formazione e apprendimento.

Nonostante non vi sia ancora a disposizione un consolidato corpus di conoscenze in materia, molti Governi stanno già investendo risorse consistenti nell’introduzione dei nuovi dispositivi di lettura e capita sempre più spesso di vedere scuole all’estero, ma anche sul territorio nazionale, in procinto di fare il salto e abbandonare il testo cartaceo per l’adozione di libri di testo elettronici. L’utilizzo sempre più diffuso dei supporti digitali per lo studio, la didattica e la verifica degli apprendimenti spinge a ricercare quanto prima evidenze che rassicurino sulle scelte prese.
Le recenti sintesi scientifiche iniziano a fornire un quadro dove ad alcune opportunità di innovazione, si contrappongono ancora diversi fattori di rischio, impoverimento e abbassamento dei livelli cognitivi. Dalle conoscenze che appaiono al momento più affidabili, la lettura su carta mantiene alcuni evidenti vantaggi cognitivi da sfruttare in un contesto comunicativo e mediale caratterizzato da sovraccarico informativo, accelerazione, fake news, infodemia e post-verità. È necessario salvaguardare alcune caratteristiche cognitive del testo tradizionale, avvicinando i lettori novizi al testo digitale gradualmente, formandoli ad un uso mirato, critico e consapevole delle nuove testualità, in modo da abituarli a trasferire quei processi cognitivi alti che la lettura su carta ci ha insegnato ad elaborare, alla lettura digitale. Dobbiamo insegnare loro a impiegare per la lettura digitale ed online quelle stesse abilità analogiche ed inferenziali apprese per la lettura tradizionale. È necessario innanzitutto formare i giovani lettori all’uso di strategie autoregolative e metacognitive utili per difendersi dalle distrazioni digitali, e dalle insidie che possono incontrare leggendo sullo schermo. In questo lavoro vengono descritti alcuni approcci per insegnare la lettura digitale che hanno avuto riscontro empirico, e fornite alcune indicazioni utili ad orientare le scelte dei decisori politici, dei ricercatori impegnati a far progredire la ricerca educativa sul tema, degli insegnanti ed educatori interessati a coinvolgere i propri studenti in esperienze produttive di lettura digitale.